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"Il libro non è un granché: ne sono consapevole. In più, racconta, ancora una volta, storie di povertà e di desolazione. Non posso farci niente. L'essere umano è miserabile per sua natura, e neanche quando soffre riesce a venir fuori dalla sua sordidezza, a salire quello scalino, per quanto piccolo, che lo metterebbe al riparo dal fluire della vita. È che i tempi sono tutt'altro che eroici, e se una lotta c'è, non fa udire strepito di battaglia. È piuttosto una resistenza silenziosa ai miserabili, ai capetti, ai prepotenti, ai falliti, ai viscidi, ai furbi, ai pressappochisti, ai posteggiatori, agli accomodanti, ai sepolcri imbiancati che fanno della nostra nazione un paradiso in terra per patetici mediocri. Nessuno mi ha incoraggiato a scrivere Cosa avete fatto al mare, anzi. Nessuno, tranne una poveretta che ho costretto con lusinghe e minacce, ha letto con sincera attenzione il manoscritto. Nessun editore, a parte Toni Saetta, ha atteso con impazienza di averlo tra le mani. Al diavolo". (L'autore)